Sabato 8 febbraio 2020, ore 20,30
La riscrittura di Niccolini del celebre testo, ultima di quattro opere teatrali scritte dal Bardo sulla storia inglese, è cruda, diretta e essenziale. L’ambientazione rispecchia la natura della parola ed è volutamente scarna e asettica, ricorda un ospedale psichiatrico, un manicomio criminale, qui Riccardo III trascorre gli ultimi giorni della sua vita: desidera morire, immagina la sua fine, la progetta e la ottiene. In scena un letto, uno specchio, una sedia a rotelle come trono e una teca piena di teschi come a indicare che tutto è già avvenuto: così quando Riccardo mette la corona sulla testa incomincia la sua caduta, non gli interessa più niente.