Il 15 aprile alle ore 20.30 si terrà lo spettacolo “I Macbeth”, traduzione e riduzione dal Macbeth del grande poeta William Shakespeare di Francesco Niccolini. La drammaturgia è a cura di Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Giovanni Moschella, Raffaella D’Avella e Francesco Niccolini. Regia di Vetrano e Randisi. Con Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Giovanni Moschella e Raffaella D’Avella. Scene e costumi: Mela Dell’Erba, luci: Max Mugnai.
Produzione di Arca Azzurra e Centro teatrale Bresciano.
Questa è la cronaca di un uomo e di una donna qualunque, in grado di nutrire le proprie psicosi e trasformarle in una guerra insensata contro se stessi e le vittime disgraziate che finiscono sotto il loro tiro. Per cosa? Questa è la cronaca di come un’ossessione possa trasformarsi in una strage e una strage in uno spaventoso gioco di specchi, nel quale non riesci più a capire cosa è vero e cosa riflesso, chi è Lei e chi è Lui. Ma soprattutto perché è successo quello che è successo.
NOTE DELL’AUTORE
Questo è un lavoro sull’ossessione. E su stragi che si spiegano solo per ossessione, ieri e oggi: un trono, un’eredità, dei compagni di scuola, dei vicini troppo rumorosi, preghiere a un altro dio. Poco cambia, il risultato è sempre lo stesso: un massacro. Furia, sangue, incubi. Odio. Altro sangue. Lutti. Notti insonni. Mani che non si lavano nemmeno nell’oceano. Anzi, oceani di sangue. E poi, tutti insieme a brindare. Ma il vino è finito. Resta solo feccia. E molti rimpianti. Perché sì, è vero: poteva andare davvero in un altro modo.
Se non avessimo incontrato quelle anime bizzarre.
Se non avessimo dato retta a quel tarlo che ci ha divorati.
Se non avessimo spento la luce.
Se lei non ci avesse infiammato.
Se quella porta non si fosse aperta.
Se non ce li fossimo trovati sulla nostra strada.
Se…
Se…
Se…
Fino al momento in cui il controllo è perduto per sempre. Crani spaccati. Cervelli che schizzano. Pareti fradice di orrore. Sangue, sangue e ancora sangue. Impossibile prendere sonno. Ma da svegli non va molto meglio: davvero sono stato io? E perché l’ho fatto? O me l’hanno fatto fare? Sono stato manipolato, io non c’entro niente… Questa è la cronaca di un uomo e di una donna qualunque, in grado di nutrire le proprie psicosi e trasformarle in una guerra insensata contro se stessi e le vittime disgraziate che finiscono sotto il loro tiro. Per cosa? Questa è la cronaca di come un’ossessione possa trasformarsi in una strage e una strage in uno spaventoso gioco di specchi, nel quale non riesci più a capire cosa è vero e cosa riflesso, chi è Lei e chi è Lui. Ma soprattutto perché è successo quello che è successo.- Francesco Niccolini
NOTE DI REGIA
Il mondo è via, fuggito, lacerato. Io devo portarti con me. -Celan
La metà di tutto ciò che è vivo è la morte. -Freud
Nell’accostarci alla riduzione del Macbeth che Francesco Niccolini ha scritto per noi ci siamo chiesti come rendere vero e comprensibile l’orrore e l’efferatezza dei crimini compiuti da Macbeth e dalla Lady. Come raggiungere il cuore della complicità, dell’ossessione, della perdita di coscienza che può portare due individui a compiere un assassinio e poi un altro, un altro e un altro ancora. Abbiamo avuto bisogno di percepire quel disegno, quelle ferite, quel sangue come qualcosa di vicinissimo a noi e alle persone a cui ci rivolgiamo. E allora le storie si sono moltiplicate, nei meandri dei fatti di cronaca nera che quotidianamente ci stordiscono. Abbiamo cercato, assieme agli attori che lavorano con noi a questo progetto, di costruire una drammaturgia che fosse lo specchio contemporaneo dell’abisso in cui navigano Macbeth e la Lady. Come nel nostro Riccardo3 anche in questo spettacolo tutto è già avvenuto, fin dall’inizio. In un luogo di cura, di espiazione, di catarsi, abbiamo immaginato quattro assassini che, attraverso le parole infuocate dell’antica Lady, le esitazioni inquiete del suo nobile consorte, le domande senza risposta che si inseguono nel Macbeth cercano di ricucire i frammenti di una memoria recente, per trovare un filo logico e un perché plausibile al crimine efferato che hanno compiuto. Tutto esplode: bussa, bussa, chi bussa? Nel nostro sogno non soltanto Macbeth non dormirà più, tutti hanno perduto il sonno. E in questo vuoto assoluto non capiremo mai chi in quel momento sta bussando nella nostra testa. Il corto circuito tra passato e presente ha mescolato le carte. Forse non c’è più una corona da conquistare ma solo un silenzio da raggiungere.- Enzo Vetrano e Stefano Randisi.