Nell’ambito del 59° Festival di Nuova Consonanza, un melologo in cinque quadri su testi di Gaio Valerio Catullo. Testo e progetto a cura di Enrico Marocchini, Fausto Sebastiani (1962) Hymen (2022) , Enrico Marocchini (1954) Sed moraris, abit dies* (2022) carme latino per voci e strumenti su testi di Gaio Valerio Catullo, Matteo D’Amico (1955) Tollite, o pueri, faces (2022) carme latino per voce e strumenti su testo di Gaio Valerio Catullo, Giovanni Guaccero (1966) Qui potis est? (2022) per voce recitante, 4 voci, vibrafono, marimba e percussioni, Stefano Cucci nuova composizione (2022)
*prima esecuzione assoluta*
Roberto Herlitzka voce recitante
Ready Made Ensemble quartetto vocale
Ars Ludi Ensemble
Enrico Marocchini direttore
Luigi Cardi mise en espace
Il melologo che vi presentiamo è tratto dai Carmina di Gaio Valerio Catullo. Il testo si struttura intorno ad una poesia (il carme LXI) che è un “canto di nozze” dedicato da Catullo ad una coppia di amici. Esso costruisce il legame che unisce le letture, oltre ad avere una funzione teatrale e di ambientazione psicologica, in cui al clima gioioso della festa si contrappone il dialogo di Catullo con se stesso e con altri protagonisti, in cui i temi più significativi della sua poesia trovano espressione. Lo spettacolo si muove quindi su un doppio registro: da un lato il “canto” affidato al coro, che avvolge l’insieme in un continuum musicale, dall’altro la voce recitante che interpreta poesie che seguono una traccia intima, ma anche di ironica riflessione sui costumi, con toni a volte di aspra critica. Si è cercato di creare con questo concerto un percorso che si sviluppa nella temporalità, articolando la musicalità evocativa della lingua latina, affidata alla voce recitante, con il quartetto vocale e i suoni affascinanti delle percussioni integrate dagli ottoni, per ricreare un omaggio antico e nello stesso tempo estremamente attuale, come lo sono le dimensioni poetiche ed esistenziali delle poesie di Catullo, che spaziano da un eros delicato e provocatorio, ad un commento disincantato e feroce sulla realtà politica del suo tempo.
Enrico Marocchini