Enrico, noto a tutti come Erry, Peppe, Angelo e Claudio Frattasio si raccontano per la prima volta alla giornalista musicale Simona Frasca, docente di etnomusicologia all’Università Federico II di Napoli.
Dal 2016, l’autrice napoletana ha incontrato i “re” della contraffazione musicale rincorrendoli in città e provincia e ha ricostruito la vera epopea del falso che tra gli anni Ottanta e il 1997, anno del processo che pose fine all’attività dei pirati più famosi del Paese, ha riempito di musicassette targate Mixed by Erry le bancarelle di mezza Italia.
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Mixed by Erry, la storia dei fratelli Frattasio.
Il libro Inizia tutto a Forcella, Napoli, anni Ottanta. Erano gli anni del dio del calcio, Maradona.
Enrico Frattasio e il fratello Peppe, poco più che ventenni, mettono su una vera e propria attività miliardaria. Aiutati dagli altri due fratelli Angelo e Claudio iniziano a copiare mixtape per i loro amici. Allargando in seguito il giro danno vita a un’impresa che lancerà nuovi interpreti della canzone, diffonderà generi musicali e diventerà un’avventura internazionale, trasformando radicalmente le loro vite grazie alla musica e dando un nuovo senso al concetto di pirateria nel nostro Paese. “Diffidate dalle imitazioni” era lo slogan ironico che accompagnava le musicassette che riempivano ogni casa napoletana. Tra gli anni Ottanta e Novanta non c’era un solo angolo di strada al di sotto del Garigliano che non avesse uno “spacciatore” dei loro nastri. E ancora oggi decine di migliaia di persone custodiscono gelosamente le loro cassette, le duplicano e ne parlano sui social e siti dedicati. La giustizia arriva con l’arresto nel 1997, i giudici processeranno i fratelli Frattasio, in arte Mixed by Erry, per contraffazione. In quell’anno alla 47esima edizione del Festival di Sanremo Enrico ed Angelo, seduti in sala all’Ariston, erano sorvegliati da agenti in borghese. Fu l’inizio della fine. Molti decenni dopo la conclusione del processo che ha smantellato la loro attività, i Frattasio raccontano tutta la verità sulla propria vita rocambolesca: gli inizi in miseria – quando sbarcavano il lunario facendo pacchi ai turisti e falsificando whisky, gli episodi talvolta drammatici, talvolta esilaranti (memorabile il “pacco” rifilato a Giancarlo Giannini), i rischi di una vita sempre al confine, in cui venivano smerciate centinaia di migliaia di cassette al giorno. Non si è trattato di un semplice caso di pirateria musicale, come già ce ne erano prima di Napster. I Frattasio sceglievano i brani con cura, li riadattavano e componevano a loro volta pezzi originali.
E avevano creato un’azienda, anche se totalmente illegale: davano lavoro a oltre 100 persone, fatturavano miliardi di lire, si fornivano presso le grandi imprese produttrici di supporti magnetici e di apparati di registrazione. La storia del Frattasio si inserisce nel più ampio contesto della “cassette culture” e della pirateria come pratica di diffusione della musica che accomuna l’Italia all’India, al Brasile, alla Cina e ai paesi dell’Africa subsahariana. Insieme queste aree condividevano la contraffazione del supporto, le più moderne tecnologie per realizzarla e sicuramente una nuova coscienza del consumo di musica a un passo dall’esplosione degli MP3 e della pirateria digitale (come ha raccontato Stephen Witt nel suo “How Music Got Free: A Story of Obsession and Invention, Penguin 2016”). Napoli restava profondamente legata alle sue radici ma contemporaneamente si emancipava adottando modalità che erano proprie di tutto il mondo globalizzato. E cosa sarebbe stato se i Frattasio si fossero integrati in un tessuto produttivo legale? Spotify sarebbe nato in Italia? Mixed by Erry è la biografia di una famiglia di eroi-anti-eroi metropolitani, arricchita da immagini e materiali unici frutto di laboriose interviste; imperdibile per chi ha vissuto quegli anni, per chi vuol conoscere un pezzo di storia sociale e musicale d’Italia. E protagonista resta Napoli con i suoi quartieri e con la sua specificità, al di là dei suoi aspetti più pittoreschi.
Il volume è arricchito dalla testimonianza diretta dei protagonisti di quegli anni, Luciano D’Angelo, il magistrato che indagò sulla loro attività, Enzo Mazza, oggi amministratore delegato della FIMI, e ancora tra gli altri, Peppe Vessicchio, Nino D’Angelo, Federico Salvatore e Marco Messina. I loro racconti contribuiscono a definire l’impatto di Mixed by Erry sulla città di Napoli, attraverso il loro rapporto con la giustizia, il carcere e il gioco d’azzardo, perché la loro stessa vita è stata un grande azzardo.
Dal libro è tratto il film Mixed by Erry di Sydney Sibilia (regista della fortunata trilogia Smetto quando voglio e L’incredibile storia de l’Isola delle Rose) in uscita nelle sale il 2 marzo 2023 distribuito da 01 Distribution. Il film, su soggetto di Armando Festa, Simona Frasca e Sydney Sibilia, scritto da Armando Festa e Sydney Sibilia, è prodotto da Groenlandia con Rai Cinema in collaborazione con Netflix.
L’ Autrice Simona Frasca, Napoli, 1969, docente di Etnomusicologia all’Università Federico II di Napoli, giornalista e critico musicale, impegnata nello studio dei contesti musicali dell’Italia meridionale con uno sguardo partico-lare ai contesti underground indie e rock’n’roll e autrice, tra gli altri, di Birds of Passage (Palgrave MacMillan, New York 2014).
Tra biografia e autobiografia
In quale chiave una studiosa di popular music si può occupare della storia dei Frattasio, noti con il nome collettivo di Mixed by Erry? Tenendo presente vari livelli di interpretazione, mi sono detta, dando vita a un ibrido tra la ricerca sul campo, la divulgazione e il romanzo di formazione come mi ha fatto notare Fabrizio Coscia, caro amico, scrittore e critico teatrale del Mattino. Napoli Emergono ricordi ed emozioni per un effetto amarcord, ma al di là di questo ciò che mi ha interessato è stata la possibilità di indagare le modalità di relazione tra individui e tra gruppi sociali che la musica è in grado di veicolare. Seguire i Frattasio che fino al 1997 confezionano e vendono cassette in mezza Italia e presso gli Italiani emigrati ci restituisce il passato di Napoli, per molti aspetti ancorato alla sua storia post-unitaria e post-bellica. In definitiva, questo libro è una riflessione sul lavoro assente o precario, sulla capacità di rispondere in maniera spontanea e a legale all’impulso alla sopravvivenza con una buona dose di fantasia e di eccesso.
Inquinamento sonoro.
La lettura in chiave postmoderna e schizofonica mi pare la più adeguata a spiegare il fenomeno della pirateria a Napoli e l’esperienza di Mixed by Erry. I suoni ordinati della musica si mescolano al chiasso frastornante della città nelle cuffie di quattro giovani di una provincia insoddisfatta del mondo occidentale: questa è la fotografia sonora che resta impressa più di qualsiasi altra immagine.
Il film In questa prospettiva multi stratificata della narrazione mi pare che il film colga l’aspetto più rocambolesco e adrenalinico, fatto di scommesse, gioco d’azzardo e rischio. Sono contenta di come Sydney Sibilia ha trasposto le vicende raccontate nel libro, enfatizzando le specificità più epiche del racconto.
Il Mediterraneo La geografia sensoriale di suoni e rumori lascia trapelare storie. Le modalità del commercio della musicassetta richiamano consuetudini più antiche. Negli anni cinquanta i grossisti di Tangeri e Casablanca avevano alimentato il mito del contrabbando spingendosi con le loro navi nelle acque territoriali italiane recuperando l’antico rapporto che lega Napoli alle coste del Nord Africa. In epoche più remote un numero ancora imprecisato di schiavi neri aveva transitato dalla costa africana verso il fiorente mercato di Napoli. Questo stato dei fatti aveva prodotto nel tempo una costellazione di attività illecite nella quale trovava spazio il traffico illegale della musica riprodotta, considerata come un mero oggetto capace di generare profitto. E da Marocco e Tunisia venivano molti dei “clienti”, ovvero i rivenditori al dettaglio di musicassette, arrivati al Sud durante i primi flussi migratori dall’area del Maghreb dei primi anni Ottanta.
Il contesto internazionale L’esperienza di Mixed by Erry non è isolata nel contesto italiano e globale perché le stesse dinamiche che flirtano pericolosamente con il crimine, incuranti di una legge per molto tempo troppo tollerante le ritroviamo praticate negli stessi anni in Cina, in India, in Brasile, in gran parte dell’Africa. Sono le modalità proprie della pirateria musicale, forse diverse per la musica diffusa ma uguali per le coordinate economiche e culturali esperite.
Come studiosa trovo affascinante l’idea dell’esistenza di uno spirito democratico più o meno inconsapevole che sottende le azioni del contrabbando musicale in una prospettiva di «globalizzazione dal basso» alla base delle produzioni illegali precedenti ma anche successive all’arrivo delle tecnologie informatico-digitali.
La pirateria
La pirateria è la metafora più calzante per definire tutti quelli che, come i Frattasio, cominciarono la loro avventura prima di aver compiuto vent’anni come nella migliore tradizione marinaresca. Risulta facile l’accostamento che spiega l’apparizione della figura del pirata come di un marinaio pentito che decide di abbandonare un lavoro onesto ma mal pagato per l’abbondanza offerta dalle ruberie. La storia dei Frattasio spinge a trascendere le logiche del pensiero convenzionale sul bene e sul giusto e il giudizio morale finisce per diventare un elastico che si allunga e si accorcia a seconda delle circostanze con sfumature che aprono a nuove riflessioni sul passato certo ma anche sul nostro contemporaneo.
Femminile e maschile
Quella di Mixed by Erry è una storia tutta maschile, non ci sono donne, se non di contorno. Così per me l’idea di far parte di una minoranza “attiva” ha reso tutto più stimolante. Immagini mentali, codici culturali e stereotipi hanno influenzato a lungo la prospettiva della narrazione. Ci è voluto del tempo per trasformare la resistenza e il pregiudizio che nutrivamo ciascuno per la sua parte in fiducia reciproca.