Edoardo Ribatto mette in scena uno studio su Amleto spazzando via tutto ciò che di questo personaggio è diventato fin troppo scontato e ripensandone la storia come un film da raccontare dal vivo.
Il testo, scritto da Ribatto che ne è anche interprete, è composito: c’è la storia di Amleto, con i suoi monologhi celebri, ma anche approfondimenti che esulano dal dramma, sul come e perché Shakespeare l’abbia scritto, come, per esempio, la struggente storia di suo figlio. Ribatto ragiona su quanto la messa in scena elisabettiana fosse in fondo più simile al “Trono di spade” che alla maggior parte delle sue versioni teatrali attuali, almeno per quanto riguarda le reazioni degli spettatori.
Nel ragionare su Amleto, Ribatto parla di cinema, poesia, letteratura di genere, serie televisive, fantasmi, psicanalisi, e tuttavia, nonostante o forse proprio per le divagazioni, la narrazione segue tenacemente l’Amleto di Shakespeare, girandogli sempre intorno. Come una mosca!
Edoardo Ribatto, genovese, classe 1974. Attore diplomato alla Civica Scuola D’arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, dal 1995 ad oggi partecipa ad oltre sessanta produzioni con diversi teatri nazionali fra i quali il Teatro dell’Elfo, Il Teatro stabile di Torino, Il Teatro di Roma, il Piccolo Teatro di Milano, la Biennale di Venezia, Il Teatro LAC di Lugano. Attivo anche in televisione, con la partecipazione a una dozzina di fiction. Nel 2013 debutta con la sua prima regia e il suo primo testo originale: “Io sono il proiettile” (ricevuto favorevolmente ai premi UBU 2014). Seguono i testi “Cavie”, “Play-zen”, “Fare alba”, “Una mosca su Amleto” (pubblicato da Hortus Libri), “Even” e “Hotel Blanco” , di cui è autore, regista, e interprete.