Prima giornata di studio – Aula 6 DAMS Roma Tre (via Ostiense 139)
Ore 15.00
– Interventi istituzionali
Ore 15.30
– Prima sessione: Gli artisti e gli attivisti degli spazi indipendenti dialogano con gli studenti del DAMS (a cura degli studenti Sara Facciolla, Riccardo Ferrauti, Giulia Germani, Martina Sarcina, Desirée Tortorici)
Ore 18.00
– Seconda sessione: Archivi e memoria delle occupazioni: l’esempio dell’archivio del Teatro Valle Occupato coordina Francesca Romana Rietti, Università di Roma Tre
Ore 20.00 – Teatro Palladium
Spettacolo: Sei la fine del mondo (letteralmente)
regia e testo Annachiara Vispi
con Valentina Ghelfi e Selene de Maria
movimento scenico Giulia Macrì
video Elena Costa e Annachiara Vispi
(proposta di Carrozzerie n.o.t)
Due donne interagiscono l’una con l’altra e con una serie di video proiettati alle loro spalle. Illustrano una caricatura del nostro mondo: supermercati colmi di carne di mucca dove i nostri amati cani non possono entrare; lavorare per pagare medici che ci dicono che dobbiamo lavorare meno, e lezioni di yoga per aiutarci con lo stress; in India, patria dello yoga, vengono denunciati quasi cento stupri al giorno; in Italia, facciamo campagne a favore della raccolta differenziata e contro la violenza sulle donne. Il ritratto che dipingono del mondo è comicamente assurdo, e assurdamente reale. Poco alla volta, si delinea un pensiero preciso: la relazione tra esseri umani e natura, così come la relazione tra esseri umani stessi, è tossica, difettosa. Ma possiamo curarla. Il segreto è riuscire a disimparare l’idea di dominio, e ripensare le nostre gerarchie in collettività.
Sei la fine del mondo (letteralmente) è uno spettacolo multidisciplinare che unisce parola, corpo e video per raccontare il pensiero ecofemminista, secondo il quale esiste una correlazione tra il degrado della natura e la subordinazione delle donne. Un po’ performance art, un po’ satira, questo progetto vuole investigare le strutture che gli esseri umani hanno creato, e provare a immaginarne altre. Possiamo creare nuovi modi per interagire con il mondo che ci circonda? Ci sono culture che lo hanno già fatto? Possiamo
imparare, prima di annullarci?
ore 21.30 – Teatro Palladium
Spettacolo: Ri|Creazioni – Studio per un tragico Futuro
un progetto Addari|D’Antonio
con il sostegno di Casa del Contemporaneo
testo originale, regia e interpretazione di Clara Addari e Edoardo D’Antonio
Vincitore del bando BE/Sabotage BE/Revolution 2022 e del Festival dell’Arte Spaccata 2023
(proposta di Ass. Calpurnia | Ex mercato Torre Spaccata)
In scena due attori, una postazione radio e un rettangolo nero. Due posizioni distinte, ma legate tra loro da una linea temporale discontinua e acronica. Una riflessione su dove stiamo andando e cosa significa essere nati nell’era del ritardo cronico, in cui il tempo è finito e la vita è divenuta una incessante ricerca dell’azione giusta, perché quella sbagliata potrebbe farti cadere in un baratro incerto e pericoloso.
Come cambia la nostra idea di futuro, rispetto a cosa ci viene insegnato, rispetto alle infinite possibilità e momenti in cui potevamo capitare sulla terra? Quante persone saremmo potuti essere se nei primi istanti di vita avessimo ascoltato altre voci, altri insegnamenti? Su questo indaga e ironizza lo spettacolo. Ri|Creazioni è un modo per rappresentare la nostra percezione del futuro. Ognuno lo immagina in base alla propria esperienza di vita, alle voci di cui si è fidato, tasselli che piano piano formano, come in un mosaico, la nostra visione di questo concetto. Questa visione ci differenzia l’uno dall’altro ed è fondamentale per la nostra produzione di progetti di vita e il nostro impegno quotidiano. Lo strano paradosso è che oggi, in qualunque modo lo si veda, oscuro o luminoso, siamo schiacciati dal bisogno di performare, di essere almeno per un istante sotto la luce dei riflettori, brillare nonostante tutto. Non possiamo accettare niente che non sia il massimo raggiungimento delle nostre capacità. Accecato da una visione pateticamente egoistica che non ci fa vedere, oltre il nostro naso, i rischi sociali, ambientali ed ecologici che stiamo correndo. Queste tematiche, che sono il cuore dello spettacolo, ci hanno portato ad una determinata struttura scenica, che ha condizionato successivamente il racconto: da una parte una voce che insegna e si fa maestra di vita, dall’altra un corpo che assimila i precetti ed imita sempre più la realtà che lo circonda. Trattandosi di un racconto di formazione, ci è venuto spontaneo creare, per ogni momento di vita, una scena con un proprio linguaggio scenico che potesse valorizzare e rafforzare il proprio contenuto per i nostri fini narrativi e scenici. Risultando così in un insieme di diversi generi espressivi. Proprio per questo, la scrittura dello spettacolo guarda al teatro danza, alla stand up comedy, alla satira politica, teatro di prosa o ad una lettura al microfono. Come in un libro Choose Your Own Adventure, seguiamo le infinite possibilità che un corpo ha nella sua relazione con il mondo esterno, come viene guidato per giungere ad essere un abile camminatore nonostante il tempo sia verso la sua fine. Prima del primo secondo che dà inizio alla vita, ci troviamo qui. In questo qui in cui ancora non siamo, in cui il corpo ancora non è persona, ma che ci plasma come tali. È il tempo storico che ci precede e come un padre, ci crea dall’argilla e bagnandoci ci dà forma. Un pre-mondo che ci insegna ad abbandonare qualsiasi aspettativa nel nostro futuro. Ma a un certo
punto l’opera si chiederà se è stata ben eseguita dal suo artista, lo criticherà cercando di divincolarsi dal suo potere. Però il ritardo è imminente, e il corpo deve cercare di stare al passo, accettando il rischio che potrebbe anche non trovare se stesso.
L’edizione 2024 di Overground dedica un focus specifico alle esperienze di teatro e danza che si collocano all’interno di spazi non istituzionali, autofinanziati, autogestiti, indipendenti o appartenenti alle reti della controcultura, sul territorio romano ma non solo. In tale prospettiva verranno presentati alcuni spettacoli nati proprio all’interno di questi spazi, accompagnati da due giornate di studio che coinvolgeranno studiosi, artisti, attivisti e studenti. In tal modo si affronteranno delle questioni quali la complessa convivenza tra spazi indipendenti e istituzioni, la dialettica tra spazi dedicati alla produzione culturale e tessuto urbano, il rapporto tra attivismo e arti performative, ecc. Alcune sessioni, inoltre, si interrogheranno sui problemi della composizione degli archivi per documentare le pratiche occupative, o presenteranno alcuni orizzonti di ricerca di tipo storiografico e teatrologico a proposito del teatro negli spazi della controcultura. Le giornate di studio e il festival rappresentano una prima tappa di un percorso di ricerca che ha coinvolto ricercatrici e ricercatori di diverse università e che, negli ultimi mesi, ha visto come parte attiva anche gli studenti del DAMS di Roma Tre.
Fondazione Roma Tre Teatro Palladium
Presidente Luca Aversano
Consiglieri di amministrazione Silvia Carandini, Giandomenico Celata, Claudio Giovanardi, Simone Trecca
Giornate di studi a cura dei docenti e degli studenti di teatro del Dams dell’Università Roma Tre coordinati da Raimondo Guarino, Samantha Marenzi e Gabriele Sofia.
coordinamento e direzione organizzativa Gabriele Sofia, Alessandra De Luca
produzione Roberta Incerti
redazione Gabriele Sofia, Alessandra De Luca
comunicazione Elisabetta Sacripanti
ufficio stampa HF4
Progetto grafico e impaginazione Big Sur
service audio-luci Easylight
in collaborazione con Carrozzerie | N.O.T, Ex mercato Torrespaccata / Associazione Calpurnia, Fortezza Est, Teatro della XII, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Teatro Basilica, Teatro Trastevere, Centro Sociale La Strada
Overground è realizzato con il contributo del MiC – Direzione Generale Creatività Contemporanea