“ Il realismo che io intendo e che voglio è quello che si genera nella testa dello spettatore e non quello che si realizza sullo schermo, quello non mi interessa affatto, la gente lo conosce già nella vita di tutti i giorni. Ciò che voglio è un realismo aperto, stimolante, che non provochi la chiusura della gente in se stessa. Se alla gente si mostra proprio quello che poi puntualmente vive tutti i giorni, allora credo che si chiuda. Bisogna offrire la possibilità di aprirsi alle cose belle. ”
R.W.Fassbinder
Nerval Teatro porta in scena il testo teatrale di Fassbinder da cui lo stesso regista trasse il celebre film con Hanna Schygulla, che indaga ll rapporto complesso e claustrofobico tra la stilista Petra Von Kant e la sua assistente Marlene. Il percorso di Nerval Teatro si è contraddistinto per un’attenzione particolare verso gli autori di area tedesca, a partire dal confronto con le opere di Georg Büchner, Herbert Achternbusch, Peter Weiss, Werner Schwab. Con Le lacrime amare di Petra von Kant e la sua profonda analisi dell’universo femminile, la compagnia avvia un percorso di esplorazione del mondo poetico di R.W. Fassbinder per approfondirne il linguaggio e l’incidenza sul contemporaneo. Ed è proprio la natura anfibia dell’opera che il progetto intende indagare, mescolando il linguaggio del teatro e quello del cinema per sondare il limite tra realtà e finzione, attore e personaggio, sperimentazione e narrazione. La scena suggerisce la percezione di uno spazio cinematografico, un set dove tutto è a vista, non esiste un fuori, le attrici con le loro diagonali, con i loro sguardi e silenzi tracciano una drammaturgia dello spazio e della psiche sotto l’occhio attento di Marlene, il terzo occhio, che tiene costantemente i fili dei personaggi e della storia sotto una lente di ingrandimento, occhio anche inteso come se fosse una telecamera costantemente in movimento, in un adagio continuo.