progetto di formazione e partecipazione del giovane pubblico della Fondazione Roma Tre Teatro Palladium
realizzato con il sostegno del MiC – Direzione Generale Spettacolo dal vivo
ideazione e direzione artistica Alessandra De Luca
Review Lab- Laboratorio di critica teatrale e guida alla visione a cura di Antonio Audino
Director’s Room -Incontri con le compagnie a cura degli studenti partecipanti al laboratorio di critica e guida alla visione
Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica. (Salvador Allende)
Cosa vuol dire essere uno spettatore teatrale oggi? Perché è così difficile, soprattutto per un giovane, avvicinarsi e partecipare a un accadimento teatrale?
Per cercare di dare una risposta a queste domande, la Fondazione Roma Tre Teatro Palladium promuove “Audience Revolution”, un progetto di formazione e partecipazione del giovane pubblico realizzato con il sostegno del Mic / Direzione Generale Spettacolo dal Vivo a valere sul Fus.
Il progetto è costruito non solo per le nuove generazioni, ma con le nuove generazioni, con l’obiettivo di rendere i giovani spettatori dei soggetti attivi e consapevoli, partecipi dell’esperienza teatrale come momento di costruzione di coscienza critica e di aggregazione sociale e culturale. Il fine è quello di stabilire un rapporto di dialogo e fiducia tra il pubblico, l’istituzione teatrale e gli artisti, attraverso un percorso laboratoriale e di incontri articolato intorno ai quattro spettacoli in calendario.
Essere spettatori oggi vuol dire non essere attori di una crescente e rischiosa predisposizione all’isolamento sociale; vincere la tendenza alla rassegnazione; educarsi all’apertura verso l’altro; arginare il trionfo dello spettacolo narcisistico in favore della vitalità di una comunità artistica di cui gli spettatori, e ancor di più i giovani spettatori, sono parte fondante. Questo sforzo assume nel nostro tempo un valore quasi rivoluzionario. Rivoluzione che risiede prima di tutto negli occhi di chi, dalla platea, guarda gli infiniti mondi proposti dalla scena e non smette mai di porsi delle domande.
Guardarsi diviene così un verbo declinato all’attivo: quanto e che cosa può uno sguardo?
PROGRAMMA
- giovedì 26 ottobre, h 20.30
El alimento de las moscas
Kabia Teatro/ Teatre de l’Enjòlit
Texto Eusebio Calonge
Dirección y espacio escénico Borja Ruiz
Interpretación Arnau Marín
Ayudantía de dirección Núria Serra
Canto (voz en off) Yolanda Bustillo
Espacio sonoro Roger Marín
Diseño de iluminación David Alcorta (AAI)
Vestuario Azegiñe Urigoitia
Fotografía Aleix Marín
Cartel Ane Pikaza
Diseño de dosier Pol Marín
Construcción de la escenografía Joseba Uríbarri y May Servicios para Espectáculos
in collaborazione con Herencias – scritture di memoria e identità e con il Dams dell’Università Roma Tre
Ne El alimiento de las moscas la poetica dei testi di Eusebio Calonge e il profondo senso di teatralità di Borja Ruiz si fondono nel personale mondo interpretativo di Arnau Marín per comporre un territorio unico di creazione in cui convergono gli artisti di Kabia Teatro e del Teatre de l’Enjòlit. Lo spettacolo prova ad entrare nella mente di un assassino attraverso le fessure offerte dall’arte teatrale, per offrire un’opera che può essere un’esperienza – devastante, oscura – eppure piena di bellezza, che riaffiora dalle profondità degli abissi. «La canzone apre la cicatrice che adesso io sono» afferma il protagonista, dando nutrimento a una messa in scena che si offre come i petali di un fiore avvelenato.
- domenica 5 novembre, h 18.00
Divine
Di Danio Manfredini
Liberamente ispirato al romanzo di Jean Genet Nostra signora dei fiori
Una scrittura che nasce dal romanzo di Jean Genet, Nostra signora dei fiori, scritto nel 1944 nel periodo che Genet passò in carcere a Parigi. Nel romanzo il protagonista è lo stesso autore colto nell’universo carcerario fatto di celle, corridoi, compagni di sventura. Genet prende ispirazione proprio dalle presenze intorno a lui per dare vita ad una storia inventata. Dalla complessità del romanzo ho estratto un ramo che è la storia di Divine, al secolo Louis Culafroy, un ragazzino che scappa di casa per condurre a Parigi una vita da travestito. L’incontro con Mignon, un ladruncolo e l’incontro con Nostra Signora dei Fiori, un giovane assassino, segneranno in maniera indelebile la vita di Divine.
Ho scritto questo canovaccio di sceneggiatura alla fine degli anni novanta. Pensavo di farne un film invece diventò parte dello spettacolo teatrale “Cinema cielo” del 2003. Leggerò il canovaccio della sceneggiatura accompagnato dai disegni che feci allora: lo storyboard che traccia la parabola della vita di Divine. (Danio Manfredini)
- sabato 11 novembre, h 20.30
Gli altri
Indagine sui nuovissimi mostri
Kepler-452
Drammaturgia e regia Nicola Borghesi e Riccardo Tabilio
Ideazione tecnica Andrea Bovaia
Coordinamento Roberta Gabriele
In scena Nicola Borghesi
Con il contributo di Emilia-Romagna Teatro Fondazione
Con il sostegno di L’Arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale – Centro di
Residenza Emilia-Romagna
Con il sostegno di Agorà/Unione Reno Galliera
E con il patrocinio di Amnesty International
durata 80’
Chi sono gli Altri? Noi teatranti dedichiamo molte energie a raccontare quella che ci pare una verità evidente: che coloro che tipicamente sono percepiti come altri (stranieri, senzatetto, persone LGBT+…) non devono essere considerati una minaccia. E che collocare le diversità in facili categorie è tossico e pericoloso. Nel frattempo, tuttavia, va consolidandosi intorno a noi un’altra specie di Altri. La parola con cui ci siamo abituati a chiamarli ha il sapore di un mestiere: gli Hater. Odiatori di professione. Tutti li abbiamo presenti, anche se forse non fanno parte della nostra bolla. I loro profili hanno un aspetto straniante: persone comuni che, tra foto di vacanze e di animali, alimentano roghi virtuali. Chi sono, dunque questi altri Altri? La nostra Indagine sui nuovissimi mostri si propone di contattarli e di tentare un dialogo all’apparenza impossibile. In un reportage teatrale che è anche l’attraversamento di una parte di società periferica e abbandonata racconteremo quest’ impresa e i suoi esiti, per spingerci oltre il giusto sgomento: là dove anche la follia del razzismo e del fascismo possono essere ascoltate, col coraggio del confronto e senza rinunciare alle proprie idee.
- giovedì 30 novembre, h 20.30
Étoile e Star – Essere umani da molto vicino
Étoile
con Stefano Vercelli
creazione Stefano Vercelli / Rita Frongia
drammaturgia Rita Frongia
produzione Artisti Drama
con la collaborazione di Armunia
Star
con Teri Weikel
drammaturgia e regia Rita Frongia
luci Daniele Ferri
co-produzione Artisti Drama, Versiliadanza, Fondazione Armunia, Teatro delle Moire
È una fortuna poter lavorare con artisti che abbiano una lunga e articolata storia artistica. Questo è il caso sia di ÉTOILE che di STAR. Il corpo di un artista che si esibisce dal vivo è un corpo che si estende nella ricerca, è un corpo consapevole di senso (e di dissenso), capace di allertare i sensi, di perturbare. Dopo una lunga vita sulla scena- quando l’equilibrio del danzatore si fa precario e le ossa sporgono come rami in cerca di luce e non ci sono più virtù e giovinezza da esibire- si va all’osso appunto, si indaga il piccolo, il sottile, l’inenarrabile, si evocano i fantasmi di una vita e si desidera danzare come mai si sarebbe immaginato. È questo il desiderio.Se metti insieme la lunga vita di un artista, più la storia che desidera incarnare (o il fantasma che cerca di evocare), viene fuori una terza storia: il suo umano ritratto.
Serve una storia che faccia la grazia di nascondersi, una drammaturgia che rispetti l’intelligenza del pubblico e che non suggerisca chiavi di lettura, serve che l’artista sia presente, che in scena indaghi attimo per attimo tempi e forme, affinché l’amato pubblico possa immaginare l’indicibile, vedere l’invisibile, sentire quel che un attimo prima ancora non c’era, ognuno sarà così libero di evocare i propri fantasmi. (Rita Frongia)