Un progetto per un sipario opera d’arte del Teatro Palladium
a cura di Paola Porretta e Francesca Romana Stabile
Da una mappa all’altra: …tutto è tessuto d’armonie profonde
Sandro Penna
L’immagine rappresentata sulle tele del sipario mostra la sovrapposizione della planimetria dei 44 lotti storici di Garbatella e di una composizione astratta degli elementi vegetali dei cortili. Il sipario è composto da due mappe gemelle che formano, attraverso milioni di piccolissimi segni, una simbolica carta geografica del quartiere.
La doppia partitura, immaginata come un textum che si ripete, va a configurare una matrice binaria che prende la forma di una farfalla. La composizione binaria dell’opera rimanda alla realtà naturale del doppio (due ali, due gambe, due braccia, due occhi e così via); una forma tautologica che come scriveva Italo Calvino: può essere intesa come un gioco di specchi o come la manifestazione più incontrovertibile della verità: nell’un caso e nell’altro ha il potere d’incantare; basta entrarci e non si vuole più uscirne. (O per meglio dire, le forme d’inesauribile raggiungimento della verità sono due: la tautologia e l’anfibologia: così pensa lo scrittore, che propende per la seconda). Italo Calvino, La squadratura, in G. Paolini, Idem, Torino 1975, pp. V-XIV.
Lo sdoppiamento dell’immagine del sipario si collega, inoltre, all’allegoria del Teatro, il luogo del sogno e della realtà, dove l’uomo riconosce la propria immagine negli infiniti sentieri, passaggi segreti e comunicazioni impreviste della rappresentazione teatrale.
Il progetto nasce dal Laboratorio didattico Garbatella 20/20 del Dipartimento di Architettura di Roma Tre, organizzato dai corsi di Restauro dell’ultimo anno di laurea magistrale (docenti: Francesca Romana Stabile, Elisabetta Pallottino, Paola Porretta) e si è sviluppato in sinergia con la Fondazione Roma Tre Teatro Palladium. Il Laboratorio ha coinvolto più di 100 studenti ed è stato organizzato per celebrare i cento anni della fondazione di un quartiere che, grazie alla varietà delle sue architetture e dei suoi spazi aperti collettivi, è diventato parte integrante del patrimonio urbano di Roma.